Questo Centro ci ricorderà
la rivoluzione evangelica
che la Parola scatena
ogniqualvolta la si mette
in pratica con impegno;
come per essa gente dispersa
diventa popolo;
come persone che tra loro s'ignorano
diventano comunità;
come per essa membri di Chiese diverse
possano accelerare
l'ora della piena comunione

all'inaugurazione del Centro Mariapoli, Cadine - TN 24 maggio 1986

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Vita Trentina, 1 febbraio 2009: Eppure, non è un sogno

Per il  Trentino è stato l’appuntamento ecumenico della Settimana: per i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane che ha saputo riunire; per la memoria riconoscente, alla quale ciascuno ha dato il suo tributo; per una volontà condivisa di guardare avanti e di farlo insieme.
L’intitolazione del “Centro Mariapoli” a Chiara Lubich non si è risolta nello scoprimento di una lapide. Ha dato piuttosto voce ad una storia che, fiorita nel mondo intero, appartiene alle radici più vivaci della comunità trentina.
Lo ha riconosciuto il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta (“In questo Centro dedicato all’ideale dell’unità, Trento ha una delle sue riserve di speranza; proprio qui, Chiara ha chiesto alla nostra città di non sentirsi appagata, ma di essere «ardente», ovvero appassionata, interessata, pronta a mobilitarsi per gli altri”). Lo ha esplicitato il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai (“Siamo qui per una collettiva assunzione di responsabilità per il futuro. In questi decenni il Trentino ha saputo costruire tante cose, ma ci accorgiamo di dover riscoprire una spiritualità per rimettere un po’ d’ordine nella scala dei valori e delle priorità e testimoniare il carisma dell’unità nella vita delle famiglie, dei corpi sociali, della comunità”). Lo ha rilanciato l’arcivescovo, Luigi Bressan (“Siamo qui per consolidare quanto da lunga data esiste e rafforzarlo con un nuovo tassello di storia e di vita”), che ha ricordato “l’appoggio dato esplicitamente fin dai primi anni dall’allora arcivescovo Carlo de Ferrari che si definiva e si firmava lui stesso “focolarino soprannumerario” e considerava i Focolarini come “arci-carissimi”.
E poi i contributi degli Ortodossi, con il Metropolita Gennadios Zervos (“Ho sempre trovato la spiritualità del Movimento vicina a quella di Padri Orientali come Giovanni Crisostomo, Gregorio Nazianzeno, Basilio…”), degli Evangelici luterani, con il vescovo Heinrich Herrmanns (“Una vita, quella di Chiara, improntata al dono di sé… un’esperienza vitale la fede cristiana per il nuovo millennio”), degli Anglicani, per bocca del vescovo David Hamid (“La spiritualità di comunione è eredità di tutti i cristiani, è ecumenismo del cuore”), della Chiesa riformata, con Peter Dettwiler (“Attraverso il carisma di Chiara ho ritrovato la mia identità di riformato più bella di prima; chi accoglie il carisma dell’unità ha anche una nuova comprensione ecumenica di Maria”).
La presidente del Movimento dei Focolari, Maria Emmaus Voce, dopo essere tornata “un attimo indietro nel tempo”, raccogliendo la traiettoria di Chiara Lubich per l’unità, ha potuto concludere: “La sua vita dimostra che la fraternità universale, il disegno di Dio sull’umanità, non è un sogno”.

 

Corriere del Trentino, 25 gennaio 2009:
«Con Chiara la scoperta della spiritualità»

Tra preghiere e canti intonati dal coro Dolomiti si è svolta ieri a Cadine la cerimonia di intitolazione a Chiara Lubich del Centro Mariapoli del movimento dei Focolari dai lei fondato.
Molte le autorità presenti, tra loro il sindaco Alessandro Andreatta, il presidente della Provincia Dellai e il presidente del consiglio provinciale Gianni Kessler.
«È un’emozione testimoniare il legame forte tra Trento e Chiara Lubich», ha affermato Andreatta. «Le città — ha ricordato — pur essendo spazi laici hanno una loro vita spirituale». Perciò ha individuato nel centro Mariapoli «una delle riserve di speranza» di Trento. Ricordando che la vita di Chiara Lubich è stata guidata dall’«ideale della fraternità», il sindaco si è detto certo che «anche la politica deve farsi guidare dalla convinzione che ciò che unisce le persone è più forte di ciò che le separa». Perciò ha ricordato che l’appello rivolto all’allora sindaco Pacher per far di Trento una città «pronta a mobilitarsi per agli altri» è tutt’ora presente alle istituzioni comunali («Continua a indirizzare la nostra azione politica»).
Della cerimonia Dellai ha detto: «Quest’occasione è un progetto per il futuro, un’assunzione di responsabilità collettiva non solo per il movimento ma anche per la comunità trentina». «Dopo la guerra (seconda guerra mondiale, ndr) — ha proseguito — il Trentino ha ricostruito il territorio, reso l’autonomia molto forte, ha costruito e mantenuto l’economia, il sistema sociale, un sistema di volontariato di cui siamo orgogliosi. E tuttavia sentiamo che manca qualcosa nell’anima delle persone». Perciò ha parlato della necessità di una «scoperta della spiritualità collettiva». «Il Trentino saprà essere all’altezza e saprà essere presente anche attraverso le sue istituzioni nelle tappe di questo percorso», ha assicurato.
Maria Voce, eletta presidente dell’Assemblea dei Focolari dopo la morte di Chiara Lubich, ne ha ricordato la vita, spesa nella convinzione che «tutti siamo uno». Ha raccontato di come si sia prodigata durante il bombardamento del 1944 e spiegato che lo scopo del movimento è quello di «accendere l’amore di Dio nei cuori». Ha accennato all’attività svolta nelle 182 nazioni in cui il movimento è attivo e indicato nella paura la causa delle incomprensioni tra religioni diverse quali Cristianesimo e Islam. «È la paura reciproca — ha affermato — che ci chiude gli uni agli altri ed è l’amore che scaccia la paura». Ha quindi parlato della capacità d’amare come la base del dialogo e della necessità di «lavorare sul territorio per la pace». «Quando la religione arriva all’integralismo è sempre sbagliata—ha spiegato poi—se ritiene di avere la verità e di doverla imporre agli altri diventa pericolosa». A chi le chiedeva quale fosse il segreto per il sostentamento di una comunità così grande, Maria Voce ha risposto: «Abbiamo due proventi sicuri: il lavoro e la provvidenza di Dio». Quindi la descrizione dell’emozione provata ieri ad arrivare a Trento: «È la città di Chiara, del movimento, mi sono sentita a casa».

Monsignor Bressan ha invece parlato della decisione di intitolare il centro alla religiosa trentina: «Non si tratta di introdurre una nuova relazione tra la città, l’arcidiocesi e Chiara Lubich, ma di consolidare quella che già esiste».
Alla cerimonia erano presenti anche alcune personalità ecumeniche: Gennadios Zervos, Heinrich Herrmanns, David Hamid e Peter Dettweiler sono intervenuti in rappresentanza del Patriarcato di Costantinopoli, della Chiesa evangelico- luterana di Schaumburg-Lippe, della Comunione anglicana e della chiesa riformata di Zurigo.

 


L'Adige 25 gennaio 2009:
La «Mariapoli» centro per il dialogo

Toccante, come le voci del Coro Dolomiti che ha fatto da colonna sonora, la preghiera ecumenica che ha concluso cerimonia di intitolazione del centro Mariapoli a Chiara Lubich. Uno accanto all'altro, nel mezzo il vescovo Bressan, il metropolita d'Italia del Patriarcato di Costantinopoli Gennadios Zervos, una chiesa che ha avuto, dalla metà degli anni '60 profondi rapporti con la Lubich; il vescovo luterano di Schaumburg - Lippe, Heinrich Herrmanns; il vescovo ausiliario anglicano per l'Europa, David Hamid e Peter Dettewiler, responsabile ecumenico del Cantone di Zurigo della Chiesa riformata. Chiese che sono nate dalle divisioni, ma che nel nome di questa donna di Trento che, nel '43, diede vita al Movimento dei Focolari, cercano il dialogo.
D'altra parte il centro di Cadine è nato, nel 1986, proprio come centro di incontro ecumenico. Soprattutto Gennadios e Dettwiler hanno riconosciuto l'importanza di Chiara Lubich nel dialogo tra le confessioni cristiane. «Il carisma dell'unità nelle diversità, che - ha detto il vescovo riformato - mi ha fatto riscoprire la mia chiesa e la bellezza delle altre chiese». E dell'impegno per il dialogo e l'unità di Chiara ha parlato anche il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai: «Non siamo qui - ha detto - solo per rendere omaggio a quella straordinaria figura che è stata Chiara Lubich ma per sottoscrivere una collettiva assunzione di responsabilità per il futuro, non solo a livello ecclesiale, ma di tutta la comunità per evitare il rischio di uno scontro fra posizioni di integralismo rigidamente contrapposte al relativismo. Ecco allora un grande messaggio di dialogo che viene da questo centro. Ecco allora questa straordinaria occasione per allontanare il rischio della paura, per alimentare la fiducia, la capacità di stare assieme, per costruire qualcosa di buono, un antidoto contro la solitudine».



Trentino 25 gennaio 2009: «Chiara, una vita per l’umanità»

«Giungendo oggi a Trento risuona con una potenza particolare quella “parola” d’amore che, attraverso il Carisma donato a Chiara, Dio ha voluto rimettere a fuoco per l’umanità». Sono ricordi rotti da un filo di emozione quelli evocati ieri da Maria Emmaus Voce, intervenuta a Cadine all’intitolazione del centro Mariapoli a Chiara Lubich. «Se si guarda alla vita di Chiara - ha aggiunto Maria Voce - è evidente che questa “parola” d’amore è stata il filo d’oro che ha ispirato ogni attimo della sua esistenza: è stato il suo disegno, la sua chiamata».
La prima volta a Trento della neo presidentessa del Movimento dei Focolarini si è aperta con un applauso torrenziale nell’auditorium di Cadine. «Torniamo alla fine degli anni ’30 - ha aggiunto Maria Voce - L’ecumenismo era una parola sconosciuta, il mondo era attraversato da tensioni che sfociarono nella guerra. In questa realtà, Chiara non esitò a scrivere una lettera rivolta ad alcune ragazze: “Guardiamoci attorno: siamo tutti fratelli. Nessuno escluso”. Da questa prospettiva, Chiara ha guardato all’umanità ed è passata su questa terra col desiderio di “portare alla terra il Cielo e la terra in Cielo”, come diceva».
Un’eredità importante quella lasciata di Chiara Lubich, l’eredità che la nuova presidentessa porterà avanti. Con un viso sorridente, che ricorda lo sguardo sicuro e attento di Chiara Lubich, Maria Emmaus Voce ha abbracciato ieri i presenti, che hanno fatto loro quell’abbraccio in una giornata accompagnata dalle note del coro Dolomiti e dagli interventi di esponenti della politica, della chiesa, della società. «Mi è capitato più di una volta di incontrare qualche Focolarino - ha ricordato il vescovo di Trento Luigi Bressan - e ogni volta che dicevo che arrivavo da Trento a queste persone si illuminavano gli occhi: la nostra città è legata al ricordo di Chiara». «Non siamo qui solo per rendere omaggio a quella straordinaria figura che è stata Chiara Lubich - ha detto il presidente della Provincia Lorenzo Dellai - ma anche per sottoscrivere una collettiva assunzione di responsabilità per il futuro, non solo a livello ecclesiale, ma di tutta la comunità, per evitare il rischio di uno scontro fra posizioni di integralismo rigidamente contrapposte al relativismo. Un grande messaggio di dialogo viene da questo centro».
 

































RASSEGNA STAMPA

Vita Trentina, 1 febbraio 2009
Eppure, non è un sogno
- Maria Emmaus Voce: "A Trento ritorno a casa" di Ivan Maffeis

Unimondo, 26 gennaio 2009
Focolari: "facilitare l'incontro, fare da ponte"
di Fabio Pipinato

Corriere del Trentino, 25 gennaio 2009
"Con Chiara la scoperta della spiritualità"
di Marta Romagnoli

L'Adige, 25 gennaio 2009
La "Mariapoli, centro per il dialogo

«Vincere la paura nel nome di Chiara» di Bruno Zorzi
Tanti politici in ,aggioranza di sinistra

Trentino, 25 gennaio 2009
"Chiara, una vita per l'umanità"
di Nicola Morandi

Corriere del Trentino, 22 gennaio 2009
Mariapoli dedicato alla Lubich

Corriere del Trentino, 18 gennaio 2009
Mariapoli diventa "Lubich"

L'Adige, 8 gennaio 2009
Mariapoli, nel nome di Chiara Lubich

Trentino, 4 gennaio 2009
Il centro Mariapoli verrà intitolato a Chiara Lubich

 

COMUNICATI STAMPA

21 gennaio 2009 - Comunicato stampa n.3

19 gennaio 2009 - Comunicato stampa n.2

16 gennaio 2009 - Comunicato stampa n.1