Assessore alla cultura e alle culture per la pace del Comune di Trento

 

 

 Lei ci ha accompagnato nel maturarsi di questa manifestazione che ha visto protagonisti giovani delle più diverse aggregazioni. Quale il significato che, a suo parere, essa ha avuto per la città.

Ritengo sia stata una nuova e importante dimostrazione di come la città abbia maturato la consapevolezza che è indispensabile costruire percorsi di pace e approfondirne le ragioni.

Questa giornata fa seguito ad altre, ma credo significhi un passo in avanti nella capacità di raccordarsi fra mondi di ispirazione diversa, che, consapevoli, cercano di muoversi unitariamente in un discorso, quello della pace, che coinvolga tutti nel profondo.

Ciò che è emerso negli interventi delle tre ore di programma e nelle parole della signora Gandhi sono stati elementi di grande forza: partire da sé e interrogarsi su come costruire condizioni di pace: un filo di pensiero forte di conversione interiore, ma anche di solidarietà sociale.

E ciò riguarda il vissuto delle persone, delle città, l’impegno delle forze politiche, delle istituzioni, riguarda gli Stati, i governi. E’ l’indispensabile coerenza tra teoria e pratica, tra parole, comportamento personale e scelte politiche più grosse. E questo impegno a tradurre i grandi valori in operatività, può riunire tutti: credenti e non; politica e impegno sociale; dimensioni del pubblico e del privato. Questa iniziativa l’ha manifestato.

 

 

Prospettive: le vede in questo reciproco confronto, in questo lavoro “congiunto”?

Sì, e credo debbano “toccarsi”, in tangenziale, l’impegno dei movimenti, delle associazioni, del volontariato, con l’impegno delle istituzioni. Se a prendere l’iniziativa fossero solo le istituzioni, sarebbe un porsi dall’alto, in maniera più o meno illuministica, ma senza l’efficacia della consapevolezza e della cultura politica delle persone. Se a farlo fossero da sole le realtà dei movimenti, per quanto forti la loro determinazione e fede culturale o politica o religiosa, sarebbe difficile raggiungere l’obiettivo. La forza sta nell’intrecciarsi in uno stimolo reciproco, senza presunzioni di autosufficienza, pericolo da cui tutti dobbiamo guardarci, e a tutti i livelli.

La manifestazione dell’8 marzo, ritengo, è stata un’esperienza positiva anche in questa direzione. Ora c’è solo da andare avanti.

 

 

^

prosegui

 

 

| l'Evento | Testimonianze | Musica | Proposte | Pensieri sulla pace | Voci dalla piazza|

| Indice sezione pace | Forum pace | Cartolina della pace Tenda della pace |